GENITORIALITÀ: UN MONDO DA SCOPRIRE.

Dott.ssa Simona D’Amico

La “genitorialità” si compone di diverse funzioni che evolvono e si modificano con la crescita dei figli. Essere genitore non è sempre facile poiché si è chiamati a ristrutturare, a modificare, il proprio stile educativo in base a quei cambiamenti.
Il mestiere del genitore non è quindi esente da difficoltà soprattutto nei periodi definiti critici, ovvero nei periodi in cui i figli passano da uno stadio di sviluppo ad un altro; alcuni genitori possono avere la percezione di non capire cosa sta succedendo, di non capire più i propri figli, di non capire più in che modo comportarsi con loro. Tutto questo può portare a sentirsi inefficaci, a volte anche inappropriati, con la conseguenza di diminuire il proprio livello di autoefficacia, soprattutto quando si ha difficoltà a riconoscere e valorizzare le proprio risorse.
Il sostegno alla genitorialità consiste in un intervento rivolto ai genitori, dove potranno:
avere uno spazio al fine di avviare una riflessione sul proprio ruolo genitoriale (cosa provo, che relazione ho con mio figlio, come mi sento quando ci sono delle criticità, come comunico con mio figlio);
potenziare la capacità di riconoscimento di eventuali difficoltà (proprie o anche nel rapporto con i propri figli);
potenziare la capacità di riconoscimento dei normali cambiamenti connessi alla crescita dei propri figli;
rinforzare le risorse possedute (proprie e del contesto) ed utilizzarle per gestire eventuali difficoltà;
identificare e apprendere le strategie più funzionali per affrontare le diverse problematiche.
Il periodo legato al COVID può aver portato forti cambiamenti che a loro volta possono aver influito sulla quotidianità, sulla sfera sociale e relazionale di molte persone. Da un punto di vista genitoriale questi cambiamenti possono aver avuto un peso maggiore pensando all’organizzazione lavorativa e familiare. Ciò può essere stato destabilizzante e stancante per alcuni, non riuscendo più a trovare uno spazio solo per sé.
Intraprendere un percorso di sostegno alla genitorialità può quindi essere di aiuto per:

  • riappropriarsi di uno spazio di riflessione e condivisione del proprio vissuto;
  • affrontare eventuali difficoltà emerse nella relazione con i propri figli;
  • rinforzare le risorse possedute (proprie e del contesto) ed utilizzarle per gestire eventuali difficoltà;
  • identificare e apprendere le strategie più funzionali per affrontare le diverse problematiche.
 

Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)

https://www.centrocreea.it/team-member/dott-ssa-alessia-rossetti/

Nella categoria dei Disturbi Specifici dell’apprendimento (DSA) sono raggruppati il disturbo della lettura (dislessia), della scrittura (disgrafia e disortografia) ed il disturbo del calcolo (discalculia).

Nella diagnosi dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono presenti ritardi in una o più aree dell’apprendimento (lettura, scrittura e calcolo). E’ escluso qualsiasi tipo di ritardo mentale nello sviluppo cognitivo e fattori ambientali che possono essere la causa del ritardo di apprendimento.
La diagnosi può essere effettuata non prima della fine della II elementare, ma possono essere individuati dei campanelli d’allarme (es. il bambino legge invertendo o sostituendo le lettere -m/n, b/v- e i numeri (12/21),lettura lenta, scrittura illegibile, non memorizza le tabelline ecc.) affinchè si possa rafforzare la carenza nell’apprendimento dell’abilità specifica.
A fronte di un sospetto di DSA o di una diagnosi, occorre mettere in atto tutte le procedure utili a ridurre e compensare le difficoltà riscontrate. È importante chiarire che il trattamento agisce sugli effetti del disturbo, non sulle sue cause. Il disturbo non scompare per quanto gli interventi su lettura, ortografia e calcolo, determinano un miglioramento delle prestazioni, almeno nel breve termine.
La lettura e la scrittura sono funzioni psichiche superiori la cui origine è culturale, radicata nello sviluppo biologico-naturale del bambino. Non si apprendono né per pura imitazione né semplicemente memorizzando alcune regole, bensì attraverso uno sviluppo interno, seguendo fasi collegate l’una all’altra.
Nei primi mesi della scuola elementare il bambino impara ad associare suoni a simboli grafici, questo vale soprattutto per le singole lettere e poi si estende alle brevi parole; quest’abilità si va perfezionando nel tempo ed è proprio in questo momento che il bimbo impara a comporre i primi segni grafici della scrittura.
Non sempre però quest’apprendimento procede nel verso giusto, infatti, si possono verificare dei problemi, anche se l’ambiente e le stimolazioni date al bambino sono adeguati e le capacità cognitive sono nella norma.

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